sabato 30 agosto 2008

Emit Remmus

Siamo quasi alla fine dell'estate, eppure sembra che non voglia mai finire. Il caldo intendo. 30 Agosto e fuori ci sono 30 gradi. Ascoltando il gradito ritorno di Alice Cooper, mi è venuto in mente di affrontare un altro argomento musicale dando un parere chiaramente soggettivo, ma che nasconde un fondo di oggettività. Da FAN dei Led Zeppelin (vedete lo scorso post per capire il vero concetto di fan) amo tutti i loro lavori, dal debutto fino alla fine, alla CODA. In effetti da un certo punto di vista ciò che sto per dire riprende il tema del mio scorso intervento, ma, più che essere una critica, questa è una "recensione" degli album meno gettonati dei Led. Molti fermano l'ascolto di questo immenso gruppo a When The Levee Breaks, ultima traccia di Led Zeppelin IV, se non prima. Non capiscono la crescita musicale degli album successivi. Ma, come dissi, un gruppo che si rispetti deve maturare, non può restare sugli stessi suoni troppo a lungo. Ed i Led da questo punto di vista sono l'esempio più lampante, più corretto da fare. Il loro sound cambia e introduce nuove sfumature, nuovi particolari che arricchiscono il tutto, dalle tastiere alle parti orchestrali. Nascono brani come The Rain Song e No Quarter. E dopo il fantastico House of The Holy, esce Physical Graffiti, un opera immensa e fantastica. Tra i 15 brani proposti spiccano capolavori come The Rover, Trampled Under Foot, Down By The Seaside, Ten Years Gonee lei, la canzone definitiva dei Zep, Kashmir. E' questo l'apice della carriera del combo britannico. Presence purtroppo non riesce a bissare il successo creativo del predecessore, pur contenendo classici come Achilles Last Stand(la perla del disco) e Nobody's Fault But Mine. E come una storia che, seppur nella sua bellezza, deve trovare una fine, anche i Led Zeppelin arrivano al loro tramonto. E proprio In The Evening introduce il loro ultimo lavoro in studio, In ThroughThe Out Door, un album atipico ma ugualmente meritevole di grandi attenzioni. E poi la notte... CODA, raccolta di inediti provenienti da tutta la carriera del gruppo; un ultimo addio a Bonzo, leggendario batterista dall'aspetto trasandato e rozzo, ma dalle manine d'oro (o dai polsi d'oro se volete). Se dopo l'ascolto attento questi 5 album, queste 5 avventure, non vi sono piaciuti, pazienza, magari non è il vostro genere, però magari avete percepito la grandezza di questa leggendaria band

Nessun commento: