martedì 14 ottobre 2008

Miller's Crossing


Rimasi affascinato la prima volta che vidi un film dei fratelli Coen, una mattinata a casa di un mio amico (che ringrazio tantissimo). Non ero ancora un "forte" appassionato di cinematografia, ma Il Grande Lebowski, il film di cui sopra, mi impressionò fortemente. Non so esattamente dirvi perchè... I film girati da questi due geni (o pazzoidi, è lo stesso) in qualche modo riescono a tenere incollato lo spettatore alla poltrona, e quando tutto finisce, ti rimane la sensazione di non aver sprecato quelle due ore, di aver visto un bel film. Il mio è solo un piccolo tentativo di rendere l'idea di queste esperienze, è chiaro che se volete veramente capire cosa intendo dovete guardare una di queste pellicole.
Quella che voglio recensire oggi, è tra le più riuscite e allo stesso tempo fra le meno famose del duo. Questo perchè fu girata nel 1990, prima dei mostri sacri "Fargo" e Lebowski. Il suo titolo è Miller's Crossing, tradotto "Il crocevia della morte" in italiano...bah...
Anyway, il film è ambientato in un non precisato anno del periodo del proibizionismo, in una non precisata città. In quest'ultima vi è una lotta fra due fazioni mafiose rispettivamente comandate da un boss irlandese e da uno italiano. Il protagonista, tale Tom Reagan, braccio destro dell'irish-boss, si troverà suo malgrado in situazioni molto particolari derivate da questo conflitto. Questa pellicola rappresenta un'interessante alternativa al gangster movie di stampo classico; eppure molto elementi restano invariati: dalla classica città che trasuda corruzione agli scontri armati tra bande, farciti di raffiche di calibro .45. Ma alcune cose cambiano, a partire dal protagonista (interpretato da uno stratosferico Gabriel Byrne) che devia completamente da quello che è il classico gangster. Non è mai armato, non è "di famglia" nè tantomeno brama la carica di boss. E' infatti la sua spiccata intelligenza a renderlo affascinante, ossia il modo con cui cerca di "dribblare" i vari intrecci. Sempre parlando di interpretazioni, troviamo un buon John Turturro e un sempre ottimo Jon Polito, che sembra fatto apposta per la parte del mafioso. Che altro dire; gli elementi comuni a tutti i film dei Coen ci sono, dalle particolari inquadrature fino ad alcune scene ricorrenti. Detto tutto ciò, l'unica cosa che vi resta è guardarvelo e godervelo. A voi.

P.S. Perdonate se ho commesso eventuali errori grammaticali o di sintassi... Detto schiettamente, non ho voglia ora di rileggere il post.


Eccovi il trailer

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non capirò mai i fratelli coen...
ho visto due film, uno demente (Big Lebowsky) ma bello perchè pensato per essere demente, l'altro (Non è un paese per vecchi)però secondo me non aveva senso,
non cosa pensare su di loro, se continuano cosi si metteranno nel mio podio dei registi piu odiati, secondi dopo Tim burton ovviamente...

Anonimo ha detto...

zaccato sul mulo ;) bella mame