martedì 27 maggio 2008

Billion Dollar Babies


Vincent Damon Furnier. Chi non lo conosce? Non fate facce strane. Di sicuro lo conoscete. Vabbè un indizio, il suo nome d'arte è Alice Cooper. Ora avete capito chi è, vero? Se no sparatevi. Pur essendo veramente citato, questo gruppo (si gruppo) ha contribuito non poco all'evoluzione del rock. Parlo di gruppo perchè in realtà Alice Cooper è stato il nome del gruppo (la stessa storia dei Bon Jovi in pratica) fino al 1975, anno in cui la band si è sciolta e il giovane cantante ha iniziato la carriera solista. In ogni caso, cenni biografici a parte, la recensioni è su Billion Dollar Babies, sesta fatica della band. Hello Hooray, prima traccia del disco, è una canzone solenne e particolare, con un ritornello molto orecchiabile. Raped And Freezin' è diciamo più decisa e travolgente, sebbene di qualità non eccelsa. La terza traccia. Elected, è il primo dei pezzi famosi dell'opera, un punto fisso nei concerti della band che qui fa uso anche di strumenti più "orchestrali". La title track è un must, una traccia assolutamente da ascoltare. I due chitarristi qui danno una vera e propria lezione introducendo (o comunque perfezionando) le cosidette twin guitars (tanto care ai Maiden). Unfinished Sweet è una traccia strana, forse psichedelica, che ogni tanto ricorda il tema di james bond.... E qui ragazzi arriva La canzone. Un riff semplice ma immortale, al pari di quelli più famosi come Paranoid e Iron Man. Stiamo parlando di No More Mr Nice Guy, una vera canzone manifesto che ha accompagnato generazioni. Generation Landslide! è molto carina, la traccia più acustica e soft dell'album. Sick Thing è... strana... non so come dire, forse l'aggettivo più adatto è angosciosa. Lo stesso discorso vale per Mary Ann che introduce col un buon pezzo di piano I Love The Dead che in ogni concerto accompagna la finta morte del buon Alice. Già da queste ultime 3 traccie aumenta sensibilmente la componente horror che raggiungerà il suo culmine nell'album Welcome To My Nightmare, primo lavoro solista di Alice Cooper (che prima o poi recensirò). Non lasciatevi sfuggire questo classico di zio Alice.

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