giovedì 22 maggio 2008

Heaven and Hell


"I Black Sabbath senza Ozzy sono una merda!". Questa è una delle frasi più insulse, false, stupide che possano essere pronunciate da bocca umana. Poi se son quelli che si reputano "esperti di musica" a dirla l'incazzo va alle stelle. Già da Sabotage (1975) la band la qualità dei brani della band incominciava a scendere, poi con i due successivi album è scesa completamente. Sia per Iommi & Co. che per Ozzy serviva creare distacco dal passato e fare qualcosa di nuovo. Insomma, era necessario che Ozzy se ne andasse. E guardando quello che sia i Black che Ozzy hanno fatto dopo non si può che ringraziare che sia successo così. Nei Sabbath è entrato nientepopòdimenoche Ronnie J. Dio e Ozzy ha trovato in Randy Rhoads (R.I.P.) il partner perfetto. Ora però voglio parlare dei primi e del loro primo album con Dio alla voce, cioè Heaven And Hell. Che sia un pilastro del metal, anzi, dell'hard & heavy, è un dato completamente oggettivo. Non c'è storia. Sia che vi piaccia di più la voce di Ozzy o quella di Dio è indifferente; questo album è monumentale. Ascoltate per credere. E ora la descrizione traccia per traccia. Ad aprire l'opera ci pensa Neon Knights con il suo riff iniziale che ha fatto da opener per moltissimi concerti della band. Il cantato inizia quasi subito con una prestazione a livelli altissimi che durerà per tutto il cd. Un dolce arpeggio e alcuni mini assoli di basso e chitarra ci introducono la successiva Children Of The Sea che si trasforma in un mid-tempo ben ritmato con un Geezer che da il meglio di se dando col suo basso un non se che di speciale a questa traccia. Ed'è sempre questo strumento che inizia la canzone successiva, Lady Evil, canzone carina ma non al pari con le altre. Arriva la title track, il pezzo migliore dell'album. Il famosissimo riff di Iommi dà presto spazio a una parte di solo basso che fa da sfondo al superbo cantato di Ronnie, fino ad arrivare al ritornello, superbo anch'esso. Ma la canzone si trasforma verso la fine aumentando decisamente la velocità dando vita a magia fatta a musica. Wishing Well è un brano veloce in cui si distinguono particolarmente la voce di Dio e il basso di Geezer. La successiva Die Young è molto simile alla precedente in quanto a velocità, la quale diminuisce verso metà canzone per poi riaumentare in un incedere accompagnato dagli immancabili assoli del buon Iommi. Walk Away è forse il pezzo più debole di tutta la tracklist pur essendo comunque gradevole all'ascolto. La conclusione del disco è straordinaria; Lonely is The Word è una traccia straordinaria con ritornello dotato di grandissimo pathos, accentuato dagli splendidi assoli di Iommi. Prima di chiudere il post vorrei spendere ancora qualche parola sull'argomento iniziale. Non c'è dubbio sul fatto che i Black Sabbath di Dio siano profondamente differenti da quelli di Ozzy ma questo non vuol dire che debbano essere per forza peggiori; non hanno nulla da invidiare ai vecchi. Neanche i Sabba Nero con Tony Martin alla voce sono da buttare, ci sono album come Tyr e Headless Cross veramente sopra la media che rivaleggiano coi capolavori della band.


Haven & Hell live




1 commento:

Anonimo ha detto...

Capolavoro!